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Laboratorio finale Arte progetto
DOMESTIC INVASION / INVASIONE DOMESTICA
A modern studio combines domestic curiosities
Un’ installazione domestica all’interno di uno studiolo privato (Accademia)
L’ organizzazione e la modificazione dell’ ambito che ci circonda è un’ attività in continuo che ha come scopo di adattare lo spazio ai bisogni dell’ uomo. Si tratta di un’ organizzazione spaziale e di un’ arredamento degli oggetti.
Un’ analisi degli interazione tra il corpo umano e le cose intorno a lui mette in evidenza la capacità degli oggetti ad essere caricati di esperienze e di salvare in loro stessi quello che gli permette di segnalare qualcosa e di sostenere la memoria.
Un’ attenzione sullo spazio domestico nella vita quotidiana ci fa vedere quello come un territorio privato che permette alla gente di “ritirarsi” e di “tornare a sé”.
Il proprietario l’ ha costruito seguendo i suoi gusti, i suoi bisogni e ha dato un carattere intimo singolare e particolare, conseguenza :
Ogni spazio domestico svela la personalità del suo “contenuto” umano, come la cornice architetturale di un ritratto psicologico. Uno spazio occupato da una stessa persona durante una certa durata ne disegna un ritratto che li somiglia, da partire degli oggetti (presenti o assenti) e del loro arredamento.
La costruzione all’interno dello spazio è un lavoro sui dettagli, un composizione di elementi diversi e vari organizzati e messi in un’ ordine seguendo convenzioni culturali e individuali. L’ interno propone un’ altra alternativa di scoprire il carattere e la storia di un individuo perché rappresenta una variante visuale particolare del racconto di una vita (scritto o orale).
In questa exhibition degli oggetti osserviamo che una parte di quegli è associata alla formazione di un’ identità ed a il suo modo d’ espressione. Alcuni oggetti sono specialmente messi in mostra, in vitrina per ricordare momenti particolarmente cari per le persone, sia al livello d’esperienza individuale che collettiva.
Si trasformano quindi in segni, traccie materiale del passato legando il presente con le cose vissute concretamente o spiritualmente. Quindi una geografia domestica degli idee e “affects” in funzione della loro valutazione nello spazio e nel tempo presente.
Cioè la scelta e la messa in mostra degli oggetti dipendano del sistema personale dei valori.
Per l’ installazione vorrei proseguire a una c una raccolta di oggetti all’interno dello spazio domestico dei miei vicini veneziani che provocano la narrazione di una vita personale e ricordi vari. Sono oggetti regalati in casi vari, feste tradizionale, presenti di amicizia, matrimonio, eventi di carriera professionale chi trattengono la memoria individuale. Ci sono piccoli oggetti decorativi comprati durante viaggi vari, piccole cose esotiche di buon mercato. Sono dei segni spazi-temporali e servono a costruire legami con il luogo di origine ed a trattenere una memoria collettiva.
Mi concentrerò in particolare sugli angoli arredati che sono molto caricati al livello simbolico perché dimostrano passione personale. Ci vediamo un’ accumulazione di oggetti che il proprietario desidera vedere ogni giorno perché gli ama o perché hanno un’ importanza al livello sentimentale.
Questi oggetti sono un po fuori del sistema funzionale e rispondono a un desiderio di carattere nostalgico. Sono oggetti fissi nell’ arredamento, nel tempo ma chi sono nello stesso modo legami tra presente e passato.
Ogni oggetto è presentato dalla storia del suo acquisito o dalla sua esecuzione o dalla sua funzione e nello stesso tempo detiene ed evoca i ricordi della storia personale e familiare. Nell’angolo ci sono sempre oggetti di provenienza e di appartenenza etnica, religiosa, locale, tradizionale. Ovviamente incarnano gli indici che da ogni oggetto concreto sullo statuto del suo proprietario e interpretano i significati simbolici.
Il loro posto ricorda le caratteristiche particolare dello spazio museale che accumula i tempi eterogenei nell’una messa in mostra spaziale che presenta una possibile lettura, interpretazione di una storia immaginaria.
Gli oggetti saranno quindi installati all’interno di uno spazio privato, un studiolo che sarà prima interamente vuotato da qualsiasi traccie domestiche del suo proprietario e arredato in modo a diventare un White cube, sia uno spazio puro impersonale e neutrale.
Cosi, il contenuto passato è cancellato e permette una nuova invasione domestica all’interno del contenitore, che si fa abitare da una nuova anima attraverso oggetti arredati in modo identico al loro arredamento di origine associato ad un’installazione sonora registrata nello spazio dové sono stati presi che fa sentire la voce del loro proprietario che gli presenta e gli definisce ogni uno singolarmente. La voce umana in traccia sonora accentua il carattere personale e poetico dell’installazione materiale e contribua a trattenere l’ aura degli oggetti e diventa vettore dinamico degli “affects”.
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Tentative d’ épuisement de la Serenissima
Projet performance – vidéo with Diego Marcon.
(laboratorio finale Arte with Agyness Kohlmeyer)
Inspiré de l’ exercice Tentative d’ épuisement d’ un lieu parisien de Georges Perec (1936-1982).
Au coeur de diverses zones publiques de la ville de Venise réputées pour leur dense circulation (Vaporetto, piazza San Marco, Giardini Biennale, Salute…), un protagoniste danse frénétiquement tel un robot désarticulé plongé dans un autisme total résultant à l’usage abusif de son Mp3. Une mise en scène qui révèle une liberté individualiste dans des lieux de connexions urbains souvent sujets à des règles de conduite urbaines et de restrictions sociales.
Ces lieux qui accueillent des évènements répétitifs, interchangeables, à peine insolites au quotidiens mis à part pour les nombreux touristes qui s’y pressent, viennent à etre bousculés par un élément humain perturbateur qui par son caractère anodin souligne leur présence architectonique.
Le comportement du protagoniste dans la ville de Venise tend à illustrer et à faire réfléchir sur le rapport entre le corps en action se mouvant au sein d’ architecture vénitienne figée dans le temps, tel un électron gravitant autour d’ une particule morte.
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“Una Superdonna”
Projet video with Agne Riceviciute.
All’ Instituto Veneto di Scienze e Lettere, Accademia, Venezia.
inspiration de l’oeuvre Un Supermaschio d’ Ugo Nespolo présentée a Palazzo Grassi durant la mostra Italics, 2009.
Mise en scène d’une relation à caractère fétichiste entre une protagoniste et les bustes de pierre des 12 doges Vénitiens qui siègent à l’ entrée du palais de l’ Institut.
Un clin d’ oeil sensuel au mythe de Pygmalion mis en scène dans un lieu public et académique de la ville de Venise sous le regard indifférent d’ un gardien de salle en uniforme (incarnant l’ autorité contemporaine) qui augmente le caractère voyeuriste de la video.
La protagoniste sera costumée dans un style veuve noire futuriste, le visage entierement voilé juste au moment du premier baiser ou elle découvrira son visage tel un rituel mortuaire sensuel laissant voir des lèvres peintes en rouge, couleur de l’ érotisme et du sang.
Parabole qui illustre une interaction privée/publique entre les symboles statuaires historiques d’une autorité vénitienne déchue et d’une décadence sensuelle inscrite dans les moeurs romantiques de la cité.
la video pourrait etre présentée à l’ Accadémie dans la cour d’un Palais privé situé à deux pas de l’ Instituto.
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“Dans le meme bateau” / “Nella stessa barca”
Laboratorio Fotografia with Guido Guidi, Iuav 2008.
Projet photographique inspiré des travaux polémiques des portraits volés de Luc Delahaye rassemblés dans l’ ouvrage L’ Autre (1999).
Après le métro parisien comme métaphore de la société, sorte de ” théâtre silencieux, où il se joue des choses, où les gens portent leur effigie “, on s’ attaque au vaporetto, transport public unique et caractéristique à la ville de Venise et qui rythme mon quotidien d’ étudiante.
Tentative utopique d’approcher un être humain au plus près de ce qu’il est, de lui donner plus de chance d’être vrai dans l’image, comme ” une expérience qui n’a servi qu’à montrer l’évidence “, une tentative de dresser ” un constat désespéré, destiné à lui prouver son inutilité.
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Organic drawing suicide@(after a sunday drawing suicide)
Laboratorio Arte with Lawrence Caroll, Iuav 2009.
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Stanno scomparendo le farfalle
video, 20′ 32”, 2009
concetto : Il rapporto tra l’ uomo e le cose, Francis Ponge
Nella poetica moderna, il rapporto dell’ uomo con la propria realtà prende diverse forme. Il mondo puo apparire come una multitudine d’ oggetti che l’ occhio della camera scopre, prosegue e fissa. Pero questo uomo non sembra fare parte di questo mondo.
Il mondo esteriore (la natura, la città, il viaggio, l’ esotismo…) puo anche oppore una resistenza all’ uomo, a causa del banale, del grezzo, del brutto…e sente piu intensamente il suo isolamento e la sua solitudine.
Un rapporto di amicizia lo puo anche legare alle cose che guarda e prova a capire. Un sentimento di solidarietà potrebbe anche portare a una specie d’ identificazione.
Ma allora, sono le cose che prendono possesso dell’ uomo e lo costringono a prendere una propria posizione? Chi è al centro, l’ uomo o le cose?
L’ uomo non domina piu il suo mondo,il suo spazio ma subisce l’ invasione delle cose ed è solo accettando e provando a capire la loro esistenza che capisce meglio il suo proprio essere.
L’ artista è quello che si schiera a favore delle cose, le ricostruisce e tende a reinventarle nel linguaggio.
Video che tende ad illustrare la decentralizzazione dell’ uomo nel proprio spazio domestico-intimo, vittima dell’ invazione degli oggetti. Per questo progetto ho scelto di introdurmi nell’ ambito della mia vicina veneziana del piano sotto, ambito che fa parte socialmente del mio quotidiano ma che pero mi rimaneva materialmente sconoscuito.
il video potrebbe essere proietato nel proprio spazio privato lasciato aperto al pubblico.
La vicina protagonista potrebbe essere seduta all’ intrata del palazzo come guardiana (della casa,/del museo).
Le fotografie possono essere esposte nel corridorio tra i due appartamenti e il video presentato nel mio spazio.
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Automatiquement nous
projet de mise en page d’un book de photomatons archives de ma famille
présenté en mode neutre et anonyme reprenant un concept kafkaien traitant la photographie comme moyen d’ exorcisme. La mise en page se veut sobrement et cyniquement détachée comme l’ archive funèbre d’une famille reniée.
Le rapport entre la technique bureaucratique et automatique du photomaton public et les sentiments intimes inter familiaux qui souligne le coté fatidique et inéductable de la déscendance familiale.
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Her, Others.
Projet photographique, Venise 2009
Détournement d’objets de mon quotidien, extraits de mon espace domestique d’étudiant. Ces objets sont mis en interaction avec le “corps” de ma voisine, soit un individu issu d’une autre culture, que l’on peut nommée comme “traditionnelle” et d’une autre génération. De cette association atypique née alors une sorte de sculpture (dans l’ esprit des “One minute sculpture” d’ Edwin wurm).
Les objets sont alors déviés de leur posture initiale prévue pour un mode utilitaire ou purment décoratif. Le sens des choses et de leur fonction est alors détournée, la fonctionnalité (dans le sens ou l’ entend Jean Baudrillard) est désagrégée, désorientée.
L’ existence des objets devient absurde puisqu’ à priori sans cohérence par rapport aux normes établie par le système des objets de notre société moderne. En renversant cet ordre, les objets gagnent une vie propre qui décident de l’ attraction troublante voir poétique du corps.
Une théatralité figée par l’usage de la photographie qui boulverse et interroge le rapport du corps aux objets, à l’ environnement domestique, aux autres et enfin à soi-meme.
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Shit Happens!
Celebrity project, with Lawrence Caroll, Iuav 2009.
Sculptures en pate à modeler de dog shits peintes en doré.
Le concept serait d’ envahir le sol d’un espace public mettant en difficulté la circulation des visiteurs. A l’ entrée seront cependant mis à disposition des dogshit bags qui invitent le visiteur a récolter au choix ces sculptures intrues et à les jeter ou les conserver selon son jugement vis à vis de celles-ci.